Rifugio Pomilio – Blockhaus – Tavole dei Briganti
“Dicono che gli angeli amano in silenzio e io nel tuo mi sono disperatamente persa”….
Il silenzio in cui ho avuto il piacere di perdermi è stato quello che mi ha regalato la Majella, lo scorso weekend. Ho trascorso in luoghi a me cari fin da quando ero bambina, essendo la mia mamma originaria di quest’angolo magico d’Abruzzo, un bellissimo fine settimana, reso ancora più bello dalla compagnia, con la quale è stato un vero piacere camminare, fianco a fianco, passo dopo passo, anche senza dire una parola.
In due giorni e mezzo abbiamo percorso a piedi oltre 18 km, lungo percorsi anche diversi tra loro.
Il primo, ho scelto di dedicarlo alle “Tavole dei Briganti”, lastre di roccia tipicamente calcarea, com’è la pietra in questa zona, sulle quali briganti, pastori e viandanti hanno lasciato, dal Risorgimento fino al Secondo Dopoguerra, testimonianze scritte.
Le Tavole si raggiungono con un’emozionante escursione in quota. Si parte dai 1900 metri del Rifugio Pomilio per toccare quasi i 2000 metri, avendo davanti agli occhi, allo stesso tempo, il mare Adriatico. È questa la magia della Majella: hai tutto quanto l’Abruzzo è in grado di offrirti a portata di mano. Mare e montagna sono sotto i tuoi occhi, contemporaneamente, e ti chiedi se non sia questo il Paradiso in terra… o almeno quello degli eterni indecisi.
L’itinerario per raggiungere la mia destinazione passa per il sentiero tematico “Porreca-Montanelli”: i primi 2 km si percorrono su strada sterrata ma non aperta al traffico e poi, giunti alla Madonnina della Neve presso il Blockhaus, si prosegue lungo un sentiero tipico di montagna, in parte roccioso, per circa 3 km. Un itinerario imperdibile, che offre all’andata splendidi panorami sulla Valle dell’Orfento, a Occidente [il sentiero che si imbocca a destra rispetto alla Cappella]; al ritorno (imboccando il sentiero a destra al bivio per il Pomilio e il Bivacco Fusco/Monte Amaro/Guado di Coccia), sul Vallone delle Tre Grotte, a Oriente. Un cammino, quest’ultimo, che si dirama lungo corridoi immersi nella lussureggiante mugheta della Majella.
Quello che mi ha colpito delle Tavole è stato sicuramente la posizione in cui si trovano: ai piedi del Monte Cavallo, al cospetto del Monte Focalone e del Monte Amaro (il mio sogno proibito da escursionista) e dell’abisso della Valle dell’Orfento. Per non parlare del significato di queste incisioni, attraverso le quali pastori e briganti hanno voluto lasciare un segno della loro presenza ma anche sfogarsi per le difficoltà vissute. Basti pensare che, una delle scritte più note, recita così: “nel 1820 nacque Vittorio Emanuele II re d’Italia. Prima era il regno dei fiori ora è il regno della miseria”.
Qui sulle Tavole il mio compagno di avventura e io ci siamo concessi attimi di riflessione, di contemplazione del panorama e delle nuvole che, su di noi, si muovevano convulsamente, una breve sosta per poi riprendere il nostro cammino, lungo lo stesso sentiero dell’andata, salvo poi scegliere il percorso nella mugheta, quello che si apre sul Vallone delle Tre Grotte. Si tratta di un sentiero un po’ meno agevole rispetto al precedente ma non per questo impossibile.
Dopo poco più di 4 ore di cammino (incluse le soste per fare qualche foto e ammirare lo spettacolo di cui la natura ci ha fatto dono) siamo tornati al Rifugio Pomilio, dove ci siamo fermati per bere una gradevole birra di produzione locale (la “O’Frechete”) e degli squisiti arrosticini. Godetevi qui la cena: ne vale la pena! Soprattutto per il meraviglioso tramonto che, al termine di questa escursione, abbiamo potuto ammirare e la cui foto spero possa trasmettervi un pò della serenità e del senso di pace che ha lasciato a me.
DISLIVELLO: 350 m
DIFFICOLTà: Media – E
LUNGHEZZA: 9.41 KM
DURATA: 4:08:00
PARTENZA: dal Rifugio Pomilio, dov’è possibile trovare parcheggio
TRACCIA VIEWRANGER: https://bit.ly/2ENiUbK