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Vorrei fare con te quello che la fioritura fa con Castelluccio di Norcia

Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi“. E’ alla conclusione della celeberrima poesia “Il bacio” di Neruda che penso quando, dopo un’ora e mezza di guida e superata l’ultima curva, mi trovo davanti l’immensa piana di Castelluccio. Circa 15 km quadrati di campi
seminati a lenticchie e colorati da papaveri, fiordalisi, margherite….

 

Mi chiedo se ci pensi perchè, ovviamente, quello che vedono i miei occhi, è un’immensa tavolozza di colori, quelli dei campi seminati a lenticchie; perchè in effetti la stagione è quella della più bella fioritura; perchè queste zone hanno risentito pesantemente del terremoto del 2016 e suppongo abbiano voglia di rinascere, anche attraverso questa semina, nota già ai tempi dei Romani; o perchè, semplicemente, sono in ottima compagnia e in me fa capolino un pizzico di romanticismo.

Fatto sta che, una volta a Castelluccio, non si può non rimanere affascinati, travolti, da questo trionfo di colori che si mescolano tra loro a dar vita a un quadro impressionista del quale si diventa protagonisti. Una volta giunti a destinazione, sparisce anche quel magone da cui, un pò, si viene assaliti attraversando zone come Acquasanta Terme e Arquata del Tronto, per lasciare definitivamente spazio a sensazioni decisamente più positive, di sollievo quasi, pur consapevoli di trovarsi comunque al cospetto del Monte Vettore, che, con quella faglia lì, sembra sorridere beffardo guardando tutto e tutti dall’alto (siamo pur sempre a 1350 m slm).

La strada per giungere a Castelluccio di Norcia è di per sè uno spettacolo, sempre che non si soffra il mal d’auto. Tante le curve, che fanno gola a molti motociclisti e ciclisti; troppi i punti panoramici che rivelano un territorio a tratti selvaggio. Siamo, praticamente, nel cuore dell’Italia, al confine tra Marche e
Umbria, non distanti neppure dal Lazio.

Vorrei avere la capacità di dare espressione a quello che ho provato osservando questa piana, i suoi colori, i giochi di luce e ombra creati per terra dalle nuvole che si divertivano a nascondere il sole, alto e brillante in cielo. Vorrei trasmettere a chi legge la sensazione di pace che ho provato passeggiando lungo i sentieri tracciati che attraversano il campo, circondata solo da un’immensa distesa di fiori, con l’orecchio teso al chiacchiericcio
lontano dei tanti che hanno scelto di trascorrere, come me, una giornata qui ma, soprattutto, al ronzio dei tanti insetti per i quali questa pianura rappresenta una preziosissima sorgente di vita. Almeno quanto lo è per chi ha scelto, dal 2016, nonostante il 2016, di restare qui, pronto, sebbene con più di una difficoltà, a rifiorire, stagione dopo stagione

Letizia Castagnoli

Camplese di Campli, sognatrice e ritardataria cronica, credo nella forza del sorriso e nelle emozioni positive. Parlo due lingue, adoro i piccoli borghi, il mare e i suoi colori, il profumo intenso della macchia mediterranea…ma non ci posso fare nulla, il mio vero amore è la montagna. Scrivo, fotografo e racconto storie sul mondo...sono curiosa, tanto, tanto curiosa!

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