Croce sulla vetta del Monte Foltrone
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Il Monte Foltrone, la montagna dei camplesi – Monti Gemelli

Ci sono luoghi che devono essere visitati, perchè a quei luoghi si sente di appartenere. Per me questo vale per il Monte Foltrone, una delle cime che, con il Girella, da vita ai Monti Gemelli.

 

Queste vette, ogni mattina, mi danno il buongiorno, ormai da quasi 36 anni, accompagnandomi nel mio percorso mattutino per andare alle elementari, alle medie, al Liceo, in Facoltà, a lavoro. Sono la prima cosa che vedo appena sveglia, quando vado in cucina a fare colazione; le vedo cambiare al mutare delle stagioni, nei loro colori. Mi sono sempre chiesta quale fosse il panorama una volta giunti in cima, se non altro al Monte Foltrone, che è la montagna di noi camplesi e infatti la definiamo campanilisticamente “montagna di Campli“.
Avevo già provato a salire in vetta con il mio papà, a settembre 2016, ma eravamo a corto di tempo, allora, e dovemmo desistere dal nostro obiettivo.

Il desiderio di compiere quell’impresa incompiuta è rimasto forte dentro di me e, durante la quarantena, mi ero ripromessa di realizzare questo piccolo sogno, appena fosse stato possibile.
E ce l’ho fatta, infine. Non so, forse il desiderio era inscindibilmente legato a quello di volermi sentire ancora più legata al mio territorio. Fatto sta che il Foltrone non mi ha delusa, regalandomi scorci mozzafiato, in una giornata limpida con un sole così giallo in cielo, a rendere i colori, il paesaggio, tutto, ancora più brillante di quanto non fosse.

La salita è iniziata da Guazzano e ha attraversato una fitta vegetazione, ricca di faggi, ai piedi dei quali facevano
capolino funghetti e qualche ciclamino… il ritmo si è mantenuto costante fino ad uscire dalla vegetazione, dove ho potuto ammirare un panorama in grado di spaziare da Civitella del Tronto, ai mie piedi con la sua magnifica Fortezza, a Campli, con il suo inconfondibile Campanile; poi Teramo, per proseguire fino alla costa, bagnata dall’Adriatico, così vicino, da qui.

In un periodo così particolare come quello che ci ha visto tutti ugualmente coinvolti, che ci ha costretto a rivedere priorità e a riconsiderare molti aspetti delle nostre vite, questa escursione in montagna, sulla “mia” montagna, si è rivelata, ancora una volta, provvidenziale: perchè la montagna si è confermata “guaritrice” per quelle ferite interiori, per le tante paure dalle quali ci facciamo sopraffare, per quel senso di inadeguatezza costante misto ad ansia che, a me, spesso attanaglia. In montagna basta respirare a pieni polmoni e fare un passo dopo l’altro per ritrovarsi, finalmente, in cima, dove si realizzano i sogni, dove ci si sente vivi, liberi, leggeri, per davvero.

Letizia Castagnoli

Camplese di Campli, sognatrice e ritardataria cronica, credo nella forza del sorriso e nelle emozioni positive. Parlo due lingue, adoro i piccoli borghi, il mare e i suoi colori, il profumo intenso della macchia mediterranea…ma non ci posso fare nulla, il mio vero amore è la montagna. Scrivo, fotografo e racconto storie sul mondo...sono curiosa, tanto, tanto curiosa!

2 commenti

  • Antonella Cardilli

    Gentile Letizia
    Ho casa a Ripe di Civitella e dalle finestre vedo e vivo la tua stessa montagna.
    Ti ho letto con piacere e condiviso le emozioni descritte, vivendole ogni volta sono li e guardo la montagna di Campli. Ho raggiunto anche io la vetta di monte Foltrone qualche anno fa, facendo, credo, lo stesso sentiero. Non so se ora è segnato. All’epoca ho seguito le indicazioni di un libro dei sentieri abruzzesi che ancora conservo.
    Da Ripe ho il privilegio di vivere e godere della vista di entrambi i Monti Gemelli.
    Quando leggo montagna di Campli e montagna di Ascoli, sorrido. Io le chiamo le montagne di Ripe. Desiderando come te e tutti quelli che le amano, di appartenervi.

    • Letizia Castagnoli

      Letizia Castagnoli

      Carissima Antonella,
      leggo con infinito piacere questo primo commento al mio modestissimo blog, dove condivido foto dei posti che ho il privilegio di visitare e impressioni legate agli stessi. Mi fa molto piacere sapere che ci sono persone che, come me, amano così tanto la propria terra da sentire di appartenervi anche solo attraverso uno sguardo, quello rivolto, ad esempio, a delle montagne tanto care. Il sentiero che abbiamo percorso era segnato e so che, un gruppo di volontari del CAI, si sta adoperando per renderlo ancora più visibile e accessibile. Pronto a essere percorso ancora e ancora e ancora…

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