Campli, borgo più bello d’Italia. Giornate FAI d’autunno

Proprio vero: il più delle volte si finisce a raggiungere posti lontani, alla ricerca del bello, senza essere invece capaci di apprezzare quanto è a portata di mano.
Complice il bel tempo, quasi estivo, le Giornate FAI dello scorso 12 e 13 Ottobre hanno permesso a me (e a tantissime altre persone) di conoscere un pò meglio Campli, Città Farnese, inclusa nel club dei Borghi più belli d’Italia.

Ci vivo da 35 anni, a Campli, ma, come succede per quanto abbiamo a portata di mano (che si tratti di oggetti, luoghi o, nel più triste dei casi, relazioni) l’ho sempre data un pò per scontata, pur apprezzandone da sempre l’architettura, il suo essere un piccolo gioiello che ha davvero tanto, in poco spazio. Forse poco conosciuto, probabilmente poco valorizzato.

Come il Convento di San Bernardino da Siena, in posizione defilata rispetto al centro, il più antico della Riforma Francescana dell’Osservanza, fatto edificare da S. Giovanni da Capestrano nel 1449, sull’antica Chiesa di S. Lucia abbattuta nel 1476. Oggi il Convento, in mano alle suore benedettine di Offida, continua a conservare (miracolosamente, verrebbe da dire) “nella lunetta del portale un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna con il Bambino tra S. Francesco d’Assisi e S. Bernardino da Siena, attribuito a Matteo da Campli; nell’intradosso angeli e festoni colorati. Il suggestivo chiostro con pozzo e 26 lunette del 1727 affrescate con Scene della Vita di S. Giovanni da Capestrano e stemmi araldici dei committenti. 

Il refettorio con affreschi seicenteschi del polacco Sebastiano Majeski rappresentanti Scene del Nuovo Testamento”. Il tutto in posizione dominante sulla città, e quasi paternamente protetta dall’ombra della Montagna di Campli, che si staglia proprio davanti a questo edificio sacro.

Siete mai stati in Piazza Vittorio Emanuele? Qui, girando su voi stessi a 360° potete ammirare:

la Cattedrale di Santa Maria in Platea, Monumento Nazionale d’Italia dal 1902, con il suo Campanile, “gemello” di quello delle Cattedrali di Teramo, Atri e Corropoli, luogo deputato alla venerazione dell’Immacolata Concezione, dai camplesi chiamata confidenzialmente «Madonna delle dodici stelle» e che, al suo interno, non cela solo un magnifico soffitto ligneo, l’Edicola del Sacramento ma anche una splendida cripta (sulla quale poi si è sviluppata la Cattedrale) con dei meravigliosi e suggestivi affreschi della scuola di Giotto;

Palazzo Farnese, oggi sede del Municipio, che un tempo fu il primo teatro murato d’Abruzzo, che si distingue per l’elegante porticato e per la “mattonella” che riporta la data MDXX (1520); 

il portone del Palazzo Vescovile, magistralmente conservato, anch’esso secolare (basti leggere la data incisa sulla porta stessa, MDC, 1600);

diversi edifici signorili e, si spera, pronti a riaprire al pubblico dopo un periodo di restauro, e a lasciare i visitatori piacevolmente stupiti davanti alle corti che proprio non ti aspetti, impreziosite da eleganti archi, come la Casa del Medico e del Farmacista, tra le più fotografate non solo in questa occasione, ma da quanti si trovano a Campli magari per la prima volta. 

E poi ancora, la Scala Santa, i cui 28 gradini in legno di ulivo e, secondo la “leggenda”, con un frammento della croce di Cristo, sono da salire rigorosamente in ginocchio per ottenere, come si stessa salendo la Scala Santa di Roma o Gerusalemme, l’Indulgenza Plenaria. 

Vogliamo parlare di Campovalano e della sua meravigliosa Chiesa di San Pietro Apostolo? La costruzione di questo edificio sacro si fa risalire all’VIII secolo e fa parte di un antico monastero benedettino; lo stesso venne profondamente restaurato nel XIII secolo. Al suo interno, restano interessanti affreschi ma, soprattutto, un frammento di iscrizione, parte di un monumento al Divo Augusto, a testimoniare che la Chiesa è una delle più antiche d’Abruzzo. 

Il mio giro alla (ri)scoperta del territorio camplese si conclude nel borgo di Nocella, il luogo dove ho trascorso la mia infanzia, a un tiro di schioppo da casa mia. Quante volte ci sono andata in bicicletta, quante volte mi sono “nascosta” tra i suoi vicoletti, ho letto l’incisione sulla parete di una delle case in piazza, dove ho giocato a basket all’ombra della Torre del Melatino.

Le Giornate FAI sono state proprio una bella occasione per conoscere meglio Campli e i suoi tesori e per tornare al passato, con un velo di nostalgia e con il desiderio di continuare a conservare al meglio e far conoscere a tutti quanto di bello abbiamo…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Precedente
Successivo

Letizia Castagnoli

Camplese di Campli, sognatrice e ritardataria cronica, credo nella forza del sorriso e nelle emozioni positive. Parlo due lingue, adoro i piccoli borghi, il mare e i suoi colori, il profumo intenso della macchia mediterranea…ma non ci posso fare nulla, il mio vero amore è la montagna. Scrivo, fotografo e racconto storie sul mondo...sono curiosa, tanto, tanto curiosa!

Recent Posts

Rifugio Pomilio – Blockhaus – Tavole dei Briganti

"Dicono che gli angeli amano in silenzio e io nel tuo mi sono disperatamente persa"....…

4 anni ago

Vorrei fare con te quello che la fioritura fa con Castelluccio di Norcia

Ci sono luoghi che devono essere visitati, perchè a quei luoghi si sente di appartenere.…

4 anni ago

Il Monte Foltrone, la montagna dei camplesi – Monti Gemelli

Ci sono luoghi che devono essere visitati, perchè a quei luoghi si sente di appartenere.…

4 anni ago

La bellezza infinita delle Grotte di Stiffe; il fascino senza tempo di Alba Fucens; i colori vivaci di Aielli

Torno a pubblicare un articolo dopo tanto. Devo essere onesta: pensavo che l'avrei fatto raccontandovi…

4 anni ago

Londra

In 35 anni di vita non avevo mai visitato una delle città più importanti in…

5 anni ago