“Immota manet“; “post fata resurgo“. Nel corso degli ultimi 10 anni ci si è spesso riferiti alla città de L’Aquila utilizzando queste due espressioni. La prima, è il motto riportato sullo stemma della città e vuol dire “rimane immutata“. E in effetti ferma, ben salda è rimasta L’Aquila dopo i tanti, nonostante i tanti terremoti che hanno tentato di devastarla completamente.
La seconda, è una locuzione latina che vuol dire letteralmente “dopo la morte mi rialzo“. Perfetta per esprimere ottimismo e fiducia nella propria capacità di rialzarsi dopo le disavventure e vincere le avversità del destino.
Dal 2009 a oggi, L’Aquila, ce l’ha messa tutta per risollevare la testa dopo “quel” 6 Aprile. Dopo “quelle” 3.32.
La città sembra avere più che mai voglia di tornare a essere quel bellissimo capoluogo che, soprattutto di sera, pullulava di giovani (universitari e non).
L’Aquila ha visto finalmente riportati all’antico splendore alcuni dei suoi simboli: la Fontana delle 99 Cannelle (che secondo la tradizione rappresenterebbero i 99 castelli, le 99 piazze e le 99 chiese del circondario), nei pressi della quale ci si può incantare ad ammirare il fine lavoro di un anziano artigiano che, con la passione di un giovincello, regala ancora al suo “pubblico” piccole meraviglie cesellate in rame; Piazza del Duomo, splendido luogo di aggregazione con le sue due fontane; la meravigliosa Chiesa di Santa Maria del Suffragio o delle Anime Sante, lesionata gravemente nel 2009 con il crollo parziale
della cupola, finalmente riaperta nel 2018 e che oggi ospita la cappella in memoria delle vittime del 6 Aprile; la Fontana Luminosa.
Ma, soprattutto, quel capolavoro dell’architettura abruzzese che è la Basilica di Collemaggio.
Tu cammini, cammini per arrivarci e poi d’un tratto, eccola qui, te la trovi di fronte, con la sua facciata semplice sulla quale domina incontrastato quel rosone inconfondibile, tanto bello e finemente scolpito da sembrare un delicato merletto di pietra.
Attraversi quel lunghissimo prato verde e ti accingi a varcare la soglia di uno dei luoghi più importanti per la cristianità abruzzese (e non solo).
Eccola, lungo la navata di sinistra, la Porta Santa, la prima della storia, legata alla Perdonanza Celestiniana, che rimane accessibile durante il Giubileo aquilano per una sola giornata.
Eccolo, in fondo a destra, il bellissimo Mausoleo di Celestino V, all’interno del quale riposa da secoli la salma di quel Papa noto già a Dante Alighieri, per essere stato colui “che fece per viltade il gran rifiuto”.
Ed eccolo, onnipresente, il rosone centrale, che si moltiplica in tutta la sua bellezza sulle pareti della Basilica…
“Immota manet“; “post fata resurgo“. Un monito per tutti noi, perchè, seguendo l’esempio della città de L’Aquila, possiamo attraversare le avversità e uscirne se non indenni, almeno più forti di prima.
Meglio, poi, se forti e gentili.
Il secondo giorno del nostro soggiorno sulla Majella abbiamo deciso di dividerlo in due parti:…
"Dicono che gli angeli amano in silenzio e io nel tuo mi sono disperatamente persa"....…
Ci sono luoghi che devono essere visitati, perchè a quei luoghi si sente di appartenere.…
Ci sono luoghi che devono essere visitati, perchè a quei luoghi si sente di appartenere.…
Torno a pubblicare un articolo dopo tanto. Devo essere onesta: pensavo che l'avrei fatto raccontandovi…