Bratislava dà l’impressione di essere un’elegante signorina al suo debutto in società, un’adolescente che deve ancora capire se continuare a essere la brava ragazza che tutti conoscono o trasformarsi seguendo i tempi che corrono e mostrando al mondo il suo carattere alternativo, innovativo.

Capitale della Slovacchia, passeggiando tra i suoi vicoli si nota l’eredità che le è stata lasciata da tutte le nazionalità che qui, più o meno pacificamente, hanno vissuto: slovacchi e cechi, certo, ma anche tedeschi e ungheresi.
Piccola capitale della Slovacchia (vanta circa 490.000 abitanti), le sue dimensioni nascondono in realtà un cuore palpitante: quello di centro economico, politico, scientifico e culturale del Paese.
Passeggi per i suoi vicoli, si diceva, e quella voglia di riscattarsi, di emergere nel panorama Euro, lo si percepisce dal primo momento. Soprattutto nella sua architettura, che vede accostarsi palazzi barocchi, neoclassici, Liberty, ad edifici all’avanguardia e che guardano al futuro (come il nuovo ponte sul Danubio, soprannominato dagli abitanti “Ufo”).
Si passeggia nelle vie del centro e ci si immerge in una storia più recente, fatta di rivoluzioni pacifiche e fondamentali per il futuro dei Paesi di quest’area geografica: 1988, manifestazione delle candele, per richiedere la libertà religiosa nel Paese, contro il regime Comunista; 1989, rivoluzione di velluto, che condusse alla dissoluzione del regime Comunista cecoslovacco (studenti liceali e dell’università si ritrovarono portando in mano chiavi con sé e facendole tintinnare, chiedendo lo sblocco delle porte della democrazia e per dire ai comunisti che era giunto il momento di tornare a casa).
Ne sono passati di anni da quel 1989 e oggi Bratislava è anche motore trainante dell’economia slovacca. Il Paese vanta un tasso di disoccupazione del 5% ma nella Capitale questo si abbassa al 2%. Un’economia spinta in particolare dal settore automobilistico: qui, infatti, hanno stabilimenti Volkswagen, Porsche, Audi e, naturalmente, la Skoda. Tra i risultati, una popolazione in forte crescita e lo si nota passeggiando tra i tanti spazi verdi della città, dove non è raro incontrare giovani famiglie con piccoli al seguito.
Certo, problemi nel Paese non mancano, ci fa notare Anna, la nostra guida: non sono rari i casi di corruzione (è noto a tutti il caso di Jan Kuciak, giornalista che si occupava di frodi fiscali, ucciso insieme alla compagna in circostanze misteriose a seguito di una sua indagine sulle presunte irregolarità fiscali da parte di aziende colluse con la mafia italiana) ma l’elezione al potere di Zusana Caputovà, avvocato europeista, ambientalista e paladina contro la corruzione, apre più di uno spiraglio di speranza sul futuro…
Anna ci saluta invitandoci a tornare a Bratislava, nel corso dei prossimi anni, per essere testimoni dei cambiamenti in atto: lascio la città pensando di accogliere, perché no, il suo suggerimento, convinta da quello che ho visto nelle poche ore trascorse in questa bella Capitale.

HOTEL: Hotel Matysak Bratislava, molto bello e con ottimo rapporto qualità prezzo.

DA MANGIARE: ovviamente il gulash, halusky (gnocchi) o pirohy (ravioli) con formaggio di pecora; da bere, una Kofola (una bevanda tipica simile alla Coca Cola ma un po’ più salutare) oppure gli ottimi vini slovacchi (Tokai, Traminer, Reisling, Muller-Thurgau).

DA FARE: noleggiare una delle tante biciclette che trovate in giro. Prezzo per 24 ore, 6 euro, cauzione di 30 euro che vi viene restituita in poche ore. Utile per visitare i parchi della città. Partecipare a un Walking Free Tour della città (durata, 2/2.5 ore): le guide sono molto preparate e alla fine del tour si lascia loro una mancia.

DA VEDERE: imperdibili le tante statue curiose che sbucano a sorpresa nei luoghi più improbabili della città, come “Cumil il guardone” che sbuca da un tombino. Da non perdere il murales di Millo (“Learn to fly. The never ending processo of gaining freedom”, titolo azzeccatissimo per questa città). Salire sull’UFO e godersi la vista della città da 95 m d’altezza e, per i più coraggiosi, farsi una passeggiata sul cornicione dello stesso. Raggiungere Vienna a bordo del Twin City Liner.

Letizia Castagnoli

Camplese di Campli, sognatrice e ritardataria cronica, credo nella forza del sorriso e nelle emozioni positive. Parlo due lingue, adoro i piccoli borghi, il mare e i suoi colori, il profumo intenso della macchia mediterranea…ma non ci posso fare nulla, il mio vero amore è la montagna. Scrivo, fotografo e racconto storie sul mondo...sono curiosa, tanto, tanto curiosa!

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